FESTA DEL PAPÀ – Otto bellissime poesie dedicate al padre

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FESTA DEL PAPÀ – Otto bellissime poesie dedicate al padre

Per la Festa del papà voglio proporvi otto poesie dedicate alla figura paterna, versi intrisi di nostalgia e riconoscenza verso il proprio padre, riferimento emotivo fondamentale per ognuno di noi – nel bene e nel male.

RICORDO DEL PADRE – Sibilla Aleramo

Festa del papà poesie

Festa del papà

Sempre che un giardino m’accolga
io ti riveggo, Padre, fra aiuole,
lievi le mani su corolle e foglie,
vivo riveggo carezzare tralci,
allevi rose e labili campanule,
silenzioso ti smemorano i giacinti,
stai fra colori e caldi aromi, Padre,
solitario trovando, ivi soltanto,
pago e perfetto senso all’esser tuo.
Sibilla Aleramo → Le poesie

Festa del papà

PADRE, QUESTA NOTTE TI HO SOGNATO – M. Letizia Del Zompo

 

Festa del papà

Questa notte abbiamo danzato insieme, Padre
per le strade del mondo,
i nostri passi all’unisono
sulle nostre labbra una sola canzone.
Non abbiamo ballato il valzer
ma un ritmo remoto,
forse il ritmo degli emigrati italiani in Argentina,
forse quello degli indiani d’America
o forse il ritmo dei nativi africani,
quello degli aborigeni australiani.
Era il nostro ritmo,
la nostra danza sulle strade del mondo,
passi all’unisono
sulle nostre labbra una sola canzone.
Ho ballato con te rivolta al futuro,
il tuo corpo di fronte al mio,
uno scudo per proteggermi dalle tempeste
così come in vita il tuo amore.

Festa del papà

Così bisognerebbe danzare tutti
per le strade del mondo,
passi all’unisono
sulla labbra una sola canzone.
Danzando il ritmo stesso della vita,
seguendo le sue pulsazioni
ondeggiando al suo richiamo,
flessibili come giovani arbusti,
sinuosi come pantere.
Perché questa è la nostra unica vita,
questa è la nostra unica danza,
questo è il nostro unico ritmo,
la nostra unica pelle
la nostra unica voce
la nostra unica strada
la nostra unica possibilità di essere umani,
creature fra creature,
voci fra voci,
passioni fra passioni.

Perché questa è la nostra unica danza
sulle strade del mondo,
tra passi discordanti
e sulle nostre labbra
miriadi di canzoni.
Maria Letizia Del Zompo → Rubo parole al cielo
Se vuoi condividere questa poesia → Testo e Video

Altre poesie dedicate alla figura paterna e materna le trovi anche nel mio ultimo libro:→  Ululare alla luna

Festa del papà

IL PASTRANO – Alda Merini

Festa del papà

Un certo pastrano abitò lungo tempo in casa
era un pastrano di lana buona
un pettinato leggero
un pastrano di molte fatture
vissuto e rivoltato mille volte
era il disegno del nostro babbo
la sua sagoma ora assorta ed ora felice.
Appeso a un cappio o al portabiti
assumeva un’aria sconfitta:
traverso quell’antico pastrano
ho conosciuto i segreti di mio padre
vivendoli così, nell’ombra.
Alda Merini → Vuoto d’amore

Festa del papà

IL PADRE – Pablo Neruda

Festa del papà poesie

Festa del papà

Terra dalla superficie incolta e arida
terra senza corsi d’acqua né strade
la mia vita sotto il sole trema e si allunga.
Padre, i tuoi dolci occhi non possono nulla
come nulla poterono le stelle
che mi bruciano gli occhi e le tempie.
Il mal d’amore mi tolse la vista
e nella fonte dolce del mio sogno
una fonte tremante si rifletté.
Poi… chiedi a Dio perché mi dettero
ciò che mi dettero e perché poi
incontrai una solitudine di terra e di cielo.
Guarda, la mia giovinezza fu un candido germoglio
che non si aprì e perde
la sua dolcezza di sangue e vitalità.
Il sole che tramonta e tramonta in eterno
si stancò di baciarla… È l’autunno.
Padre, i tuoi dolci occhi non possono nulla.
Ascolterò nella notte le tue parole:
…figlio, figlio mio…
E nella notte immensa
resterò con le mie e con le tue piaghe.
Pablo Neruda → Libri di Poesie

Festa del papà

A MIO PADRE – Pierluigi Cappello

Festa del papà

Festa del papà

Come altrove allora, sbattere gli stivali sulla soglia
appendere i berretti e dopo scuotere i giacconi,
quando fuori si avvicina il buio e la neve
è una musica sommersa. L’odore delle cortecce
resta per sempre sulle mani, anche se brucia
come una pagina scritta la tua voce che non ricordo
e nella mia trova riparo, dolce e arresa come un diminutivo.
Da allora ad oggi il mio guardarti è sempre quello:
afferra e propaga la luce pullulante della neve nel buio
in attesa di scorgere un’ombra, un soprassalto
che, col tuo, segni il mio arrivo. D’accordo,
le cose perdute fanno grandi le cose salvate
e grande, paterna, resta la tua assenza
ma sapessi il graffio, il taglio nella tela, il vuoto che riempie.
È come se ogni volta accendessi il fuoco per te,
da qualche parte, là fuori, nella neve e nel buio
mentre alzi il bavero e ad ogni passo ti avvicini alla soglia
dove trema il fuoco nell’aria di solitudine
e nello strappo tuo figlio si compie.
Pierluigi Cappello → Libri

Festa del papà

A MIO PADRE –Alfonso Gatto

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo
nel novilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.
Alfonso Gatto, da Il capo sulla neve → Le poesie

Festa del papà

Giovanni Falcone - Frasi - Chi tace e chi piega la testa

25 APRILE A MIO PADRE – Maria Letizia Del Zompo

La giornata della Memoria voglio dedicarla a te, Padre
e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà
che pagarono con la loro vita, la fatica e le privazioni,
la libertà di cui oggi godiamo
e che dovremmo continuare a difendere con tenacia,
perché è un bene fragile
come tutte le cose che veramente contano.
La dedico a te, Padre
che l’8 Settembre del 1943,
dopo la proclamazione dell’Armistizio,
preferisti la deportazione e il ′campo lavoro
piuttosto che la collaborazione con l’alleato,
nemico dell’umanità.
La dedico a te, Padre
che fosti e sei ancora
il filo rosso della mia vita,
quello che mi impedì in momenti di difficoltà
di smarrire il sentiero,
la mia ancora,
quella che mi arpionò in porti sicuri
dopo mesi e anni di tempesta.

Festa del papà

Da te imparai il coraggio dell’onestà e la bellezza del perdono,
la responsabilità per i miei atti e le mie parole.
A te, Padre,
perché da te appresi che l’amore non ha condizioni,
ma non ci esime dall’obbligo di essere equi,
perché da te imparai anche il paradosso, la contraddizione,
la difficoltà del bene,
l’impossibilità di essere giusti sempre.
A te, padre mio adorato,
di te custodisco in me anche il dolore, i timori, le intemperanze.
Ti porto nel cuore come voce della mia coscienza,
come testimone della mia più grande battaglia, la più difficile,
quella che mi rese finalmente liberà.
L’amore rende schiavi se non si emancipa dall’oggetto dell’amore
e io dovetti seppellire alcuni dei tuoi contradditori insegnamenti
per aver anch’io il coraggio delle mie idee.
Dovetti esorcizzare la paura di deluderti per essere autentica.
Dovetti apprendere il coraggio di poter fallire per poter crescere.
È una battaglia continua
quella per una vita onesta e libera,
qualcosa in cui talora fallisco o rischio di fallire.
Ma non demordo dal continuare nel tentativo.
In tua memoria, Padre
sorretta dal nostro amore
continuerò a difendere la mia piccola libertà
e il diritto di tutti
alla dignità.
Maria Letizia Del Zompo I miei libri

Festa del papà

A MIO PADRE – Camillo Sbarbaro

Festa del papà

Festa del papà

Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso, egualmente t’amerei.
Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell’altra volta mi ricordo
che la sorella, mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia avea fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata,
tu vacillante l’attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l’avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che era il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.
Camillo Sbarbaro → Pianissimo

 

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Articolo redatto da Maria Letizia Del Zompo, Immagine copertina archivio personale, vietata riproduzione.

By | 2024-05-21T17:28:10+00:00 marzo 18th, 2024|Altri Autori-Poesie_Brani_Citazioni, Poesie, Vita|0 Comments