Mancanza e senso di solitudine sono esperienze comuni a tutti noi. L’essere umano vive di relazioni con se stesso, gli altri, il mondo che lo circonda. Quando le relazioni vengono a mancare o sono conflittuali, sperimentiamo un disagio più o meno intenso. Ci sono individui, però, i quali, avendo subito esperienze particolarmente dolorose – talora veri e propri traumi , soprattutto se accaduti in età infantile o adolescenziale –, si ritrovano a dover combattere giornalmente con un senso di profondo disagio, di inadeguatezza, di solitudine.
La mia poesia si rivolge in particolar modo a loro, nella consapevolezza che fare i conti con i propri demoni è impresa ardua, talora estenuante, che ci espone al dolore, ma ci dona la possibilità di crescere come persone, di comprendere veramente cosa sia la gioia, di provare profonda gratitudine e di sentirci dannatamente vivi.
CI SONO CERTI
Ci sono certi
che procedono di mancanza in mancanza,
la cui vita è un incessante tentativo
di ricucire la ferita,
colmare la crepa,
convertire il rifiuto in assenso.
Ci sono certi
cui la solitudine è pelle,
pur tra abbracci e moltitudini.
Neanche l’angelo custode
sembra aver posato mai la sua ala sulla loro spalla.
Ci sono certi
che celano le loro lacrime anche a se stessi
dietro il sorriso e la mano tesa,
dietro la ribellione, la rabbia, l’eccesso,
dietro la bulimica voglia di vita.
Ci sono certi
che soccombono, rinunciano, si spezzano,
e ci sono certi che nonostante i naufragi
issano sempre e comunque le vele
in cerca delle loro Itache.
Ma ci sono certi che imparano a fermarsi
per osservare l’onda,
interrogare i gabbiani impigliati nel vento,
per riconoscere della loro solitudine
il tatuaggio,
imparando a fatica a chiamarla per nome.
E allora può accadere che,
come per incanto,
la solitudine diventi incontro,
almeno per la durata di un abbraccio,
di un gesto,
di un sorriso,
di un pensiero condiviso,
di uno sguardo.
E ci sono certi che riescono nella meraviglia
di incontrare se stessi,
di accogliere la propria solitudine
come una vecchia amica
messaggera d’amore,
di gioia,
di speranza.
Poiché, se nessuno si sentisse mai solo,
alcuno mai saprebbe
della magia di un incontro.
“Rubo parole al cielo” →
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