Ogni giorno sono tante, troppe le storie di bambini e ragazzi tragicamente strappati alla vita, storie di piccole vittime che non vorremmo mai dover ascoltare e raccontare.
Un disgraziato, drogato e alcolizzato, figlio di un mafioso locale, corre per le strette strade del centro di Vittoria, come ha fatto più volte senza che nessuno facesse nulla. Poi la tragedia. Questa volta trucida due bambini: Alessio e Simone, fantastici cuginetti di 11 e 12 anni, che con ci sono più.
Un padre lancia dal balcone la sua bambina di 16 mesi che muore sul colpo. Tenta poi il suicidio, ma è ancora in vita.
Un padre corre nella notte, nella sua Bmw anche i figli, senza cintura di sicurezza. Filma la sua corsa con il cellulare per postarla sui social, in diretta. Dopo pochi secondi lo schianto. Il figlio di 13 anni muore. Il fratellino dii 9 anni viene ricoverato in gravi condizioni. Il papà è in coma farmacologico. Se sopravvivrà, mi chiedo come potrà continuare a vivere.
Un bambino di sue anni muore in ospedale. Il suo piccolo corpo è martoriato da lesioni multiple. L’autopsia rivela che la sua vita si è spenta in seguito ad un violento colpo all’addome che gli ha provocato emorragie interne. I carnefici sono sua madre ed il suo compagno.
Sulle strade del sabato sera è una strage di giovani vite: alcool, velocità, colpo di sonno, distrazione…
Nove giovani vite che si spengono all’improvviso. Diversi sono i feriti gravi.
Notizie come un bollettino di guerra in un Paese che non protegge i propri figli.
Un Paese che non mette in galera i mafiosi – anzi gli paga gli affitti, come nel caso dello stabile del commissariato di Polizia di Vittoria, paese dei bambini trucidati sull’uscio di casa – chi delinque, chi minaccia la vita altrui. Un Paese che non punisce adeguatamente chi mente, chi insulta, chi corrompe, chi è corrotto, chi ruba. Questo è un Paese che non si assume responsabilità, dove troppi sono sempre disposti ad additare gli altri ma mai se stessi per tutto ciò che non va.
Questo è un Paese destinato a morire se non imparerà a superare la propria allergia alle regole, all’etica del vivere civile, a rispettare i principi sui quali è fondata, se non guarderà finalmente in faccia i veri problemi che lo affliggono e non quelli sbandierati per raccattare voti, se non proteggerà i suoi figli investendo sul loro futuro.
Iniziamo a guardarci allo specchio, perché è li che troveremo i responsabili di ciò che ci affligge e dovremmo cambiare.
Maria Letizia Del Zompo
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