Dal diario di una bambina di 9 anni *
“Il mio sogno è sempre stato quello di osservare un tramonto. Così una sera io e i miei fratelli decidemmo di stare affacciati alla finestra, e vedere quando il sole declinava dietro le colline. Era ormai tardi e tutto – i prati, gli uccelli, i colori – era soffuso di una profonda tranquillità e serenità. Il sole lentamente declinava dietro le colline e, come se fosse stanco, era lento nel suo cammino nel cielo. Non soffiava un alito di vento e tutto sembrava composto e tranquillo; ma il sole cominciò ad un tratto a tingere tutto di rosa, un rosa caldo meraviglioso. E rosa divennero le nuvole a oriente e rosso tutto il cielo: questi colori si riflettevano su tutta la natura, anche sulla terra. Le foglie degli alberi presero a luccicare come fossero d’oro e l’erbetta del prato vibrò nell’aria che si era fatta anche lei così colorata. Noi ragazzi tacevamo come presi da un grande stupore e da una certa paura.
Che spettacolo meraviglioso è il tramonto del sole! Tutti i giorni la natura ci regala gratuitamente questa visione, ma noi poche volte in città la possiamo ammirare e gustare: per questo forse tutte le volte che lo vediamo rimaniamo sempre stupiti.
Sembrava quasi che il sole prima di andarsene per sempre volesse tingere la terra con la tinta più calda e più bella che aveva a disposizione per lasciare un buon ricordo di sé, fino a domani. Furono pochi istanti, ma quegli attimi ci sembrarono infiniti perché erano meravigliosi e perché ci pareva che una simile bellezza non potesse più venir meno. Ora anche l’aria cominciava a rinfrescarsi e un leggero vento accarezzava le foglie, il sole ormai si era nascosto per metà dietro le colline. Pensai che avrei voluto essere su quelle alture per vedere dove il sole calando andava a nascondersi, ma poi pensai che dietro a quelle dovevano esserci altre colline, altre montagne che mi avrebbero celato il grande astro. Ora l’orizzonte sembrava più nitido e chiaro, un piccolo lembo di sole era ancora visibile. Gli uccelli che si erano ormai rifugiati sugli alberi presero a cantare il loro saluto al sole, come un ringraziamento.
Ecco, il sole era scomparso del tutto. Il cielo si era fatto di un azzurro scuro e la stella di vespro per prima apparve nel cielo. Il sole non c’era più. Ma nella calda foschia distinguevo due nuvolette rosa che il sole ancora riusciva ad illuminare.”
*Testo originale, così some fu scritto senza alcuna correzione
© Maria Letizia Del Zompo… bambina
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