Vi chiederete: perché dovrebbe interessarci la moria delle api? Proverò a spiegarvelo.
- Sapevate che le api condividono il cibo passandolo di bocca in bocca, in maniera che le risorse, poche o tante che siano, vengano equamente suddivise? Questo comportamento si chiama “trofallassi” e insieme al cibo vengono distribuite sostante chimiche, chiamate feromoni, atte a far circolare informazioni nel gruppo. Il gruppo riesce così a comportarsi come un unico grande organismo: tutti gli individui capiscono, per esempio, quando costruire altri favi, sciamare o allevare una nuova regina.
- Sapevate che l’ape regina si sviluppa dalle stesse uova delle api operaie e quindi possiede lo stesso patrimonio genetico delle sue laboriose compagne?
La differenza la fa il regime nutrizionale: dalle uova nutrite per 16 giorni esclusivamente con pappa reale si svilupperà una regina, capace di vivere alcuni anni. Le uova delle api destinate a diventare operaie, invece, vengono nutrite con pappa reale per 3 giorni, in seguito solo con il miele. Le api operaie vivono massimo 6 mesi.
Ciò significa che individui con lo stesso patrimonio genetico possono svilupparsi in maniera diversa. Come ciò sia possibile ce lo spiega una nuova branca della genetica: l’epigenetica. Un tema interessantissimo sul quale sicuramente tornerò in un altro articolo. Il nostro patrimonio genetico è come la tastiera di un piano: in base a quali tasti suoneremo, la musica cambia e la scelta dei tasti da pigiare può essere determinata dall’ambiente, in questo caso dalla nutrizione.
La moria delle api
Le meraviglie che riguardano il mondo delle api sono moltissime. Allegherò a questo articolo alcuni link. Così i più curiosi potranno approfondire.
Vi parlo delle meraviglie del mondo delle api per un motivo particolare. Quale? Le api stanno morendo, soprattutto, se non esclusivamente, per mano dell’uomo. E la moria delle api riguarda noi tutti.
Sapere del mondo straordinario di questi laboriosi insetti, che producono uno degli alimenti più gustosi e a più lunga conservazione – il miele –, sarebbe ragione sufficiente per proteggerli a tutti i costi. Ma la verità è che la nostra vita, per come la conosciamo, e quindi il nostro futuro, dipende da loro. Pensate che stia esagerando? Purtroppo non è così.
La moria delle api
Le api sono i più efficienti insetti impollinatori – suoi “colleghi” sono i bombi, le vespe, le farfalle – e dal loro lavoro dipende un terzo del cibo che mangiamo, per esempio zucchine, pomodori, mandorle, albicocche, fragole, mele. Solo in Europa si calcola siano 400 le verdure che dipendono dalla loro impollinazione.
Per non parlare della flora selvatica che fino al 90% ha bisogno di questi piccoli e laboriosi insetti per riprodursi.
“Se il declino degli impollinatori selvatici continua, corriamo il rischio di perdere una parte consistente della flora mondiale.” (Ollerton et al, 2011)
Se ne deduce che la moria delle api è un disastro per la nostra economia. Se le api si estinguessero, o comunque il loro numero si riducesse drasticamente, non potremmo mai in nessuna maniera produrre l’enorme quantità di cibo di cui la nostra famelica società ha bisogno.
Il valore dell’impollinazione, servizio offerto gratuitamente dalle api di tutto il mondo, è stato stimato in circa 265 miliardi di euro all’anno. La stima è stata fatto calcolando il controvalore in manodopera umana. In alcuni regioni della Cina, colpita dalla scomparsa delle api, i coltivatori di frutta impollinano a mano le piante, utilizzando delle piume di uccello cosparse di polline. Oltre a sembrare un po’ grottesco, produce risultati scarsissimi.
La moria delle api
La SSA – Sindrome da spopolamento degli alveari – ha iniziato a destare preoccupazioni dal 2000, ma il fenomeno è antecedente, di almeno 50 anni. Dal 1947 al 2005 si calcola che in USA siano scomparse il 59% delle colonie.
La causa principale della moria delle api sono i pesticidi e gli insetticidi, soprattutto quelli appartenenti alla famiglia dei neonicotinoidi, ampiamente utilizzati in agricoltura, soprattutto nella concia delle sementi, p.e. di mais e girasole.
Queste sostanze determinano in dosi elevate la morte immediata degli insetti, ma in dosi sub-letali, anche in concentrazioni appena documentabili in laboratorio, provocano danni molteplici: allungano i tempi di maturazione delle larve, generano malformazioni, e soprattutto causano problemi neurologici. Le api sviluppano problemi di apprendimento, orientamento e nutrizionali. Non riescono più a riconoscere i diversi odori, quindi i fiori e a tornare all’alveare.
Un altro problema che contribuisce alla moria delle api e allo spopolamento delle colonie è la perdita di habitat naturali a causa di monoculture, cementificazione, perdita di prati selvatici.
Anche i cambiamenti climatici sono un forte fattore di stress che contribuisce alla moria degli insetti. L’eccessivo caldo e/o freddo, l’anticipazione delle fioriture disorientano ulteriormente le api.
Tutti questi fattori, insieme, compromettono lo stato nutrizionale degli insetti e il loro sistema immunitario. La conseguenza è una minore resistenza a malattie e parassiti: acari, virus altri agenti patogeni.
La buona notizia è che qualcosa si sta facendo per contrastare il fenomeno nefasto della moria delle api. Nel 2018 l’Europa ha vietato in via definitiva l’utilizzo dei tre neonicotinoidi più nocivi – imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam -. Il loro utilizzo è consentito solo all’interno di serre permanenti.
Ma c’è ancora tantissimo da fare.
La moria delle api
Ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare qualcosa per salvare questi insetti straordinari ed operosi e arrestare la moria delle api. Oltre a prendere coscienza del fenomeno e farne tema di discussione e riflessione, può per esempio coltivare piante e fiori di cui si nutrono volentieri le api: lavanda, rosmarino, finocchio, girasoli, tagete, coriandolo e tante altre. Qui una lista → Piante amiche delle api
Spero di avervi rese simpatiche queste piccole operose creature, che molti temono per le loro punture, ma in verità per nulla inclini a pungere (se non in casi estremi, per difendersi), perché pagano la difesa con la loro vita.
Le api, una delle tante meraviglie della natura di cui non possiamo fare a meno e che dobbiamo proteggere a tutti i costi.
Articolo di Maria Letizia Del Zompo
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Link utili:
– La società delle api spiegata ai bambini, Corriere della sera
– Quello che c’è da sapere sulle api (e sul perché dobbiamo difenderle), Il Libraio
– Le caste delle api: l’ape operaia, 3bee
– Il fuco, Wikipedia
– Moria delle api, 3bee
– 10 fatti sulla moria delle api, lifegate
– Api in declino, Greenpeace
– L’Europa vieta i pesticidi, Il Fatto Quotidiano
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