Amore e felicità sono esperienze in cammino.
Molti negano che l’amore e la felicità siano esperienze probabili, addirittura che esistano. Ritengono che siano solo chimere, utopie atte più a far star male che ad arricchire la vita delle persone, sottraendo loro l’opportunità di imparare ad arrangiarsi con il possibile.
A parer mio, l’errore in cui cadono coloro che negano l’amore e la felicità risiede nel pensare che essi siano un eterno banchetto domenicale, possibilmente preparato dagli altri per noi.
Ma l’amore e la felicità sono passi di danza e spetta a noi muoverli.
Ogni giorno si inciampa, ci si rialza, si sorride, si piange.
Amore e felicità non esistono se non si comprende che sono un flusso, un movimento verso l’altro e verso noi stessi, l’espletamento di ciò che siamo per poter riconoscere l’altro in noi.
Solo così comprenderemo che i nostri sogni, le nostre paure, il nostro amore sono anche i sogni, le paure, l’amore dell’altro.
E tutte le volte che feriremo l’altro, feriremo noi stessi.
Tutte le volte che negheremo qualcosa all’altro, lo negheremo a noi stessi.
Niente è diverso da noi e tutti siamo unici.
La vita è un’onda.
In alcuni momenti saremo sulla sua cresta, altri nella sua cuna. A volte ci aggiungeremo ad altre onde e ci eleveremo oltre la somma di noi. Altre volte scivoleremo.
Ma se rimaniamo nel flusso, il ventre dell’onda ci porterà ad un’altra cresta e così cavalcheremo il mare della vita.
L’amore e la felicità stanno nel flusso, nel darsi al cambiamento, nel comprendere che ciò che vogliamo arrestare si svuoterà, ci perirà tra le dita come la bellezza di un fiore reciso.
Se continueremo a voler intrappolare il flusso, a voler definire l’amore e la felicità, invece che farne esperienze in cammino, abiteremo sempre case vuote.
© Maria Letizia Del Zompo
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