Gioconda Belli e La donna abitata – un amore a prima lettura
Gioconda Belli è un’autrice nicaraguense di grande successo, i suoi romanzi e i suoi scritti sono stati tradotti in tantissime lingue.
Seppi di questa straordinaria autrice in circostanze inusuali. Frequentavo un corso di specializzazione per psicoterapia ipnotica, durante il quale i partecipanti erano pregati di esercitare le tecniche di trance l’uno con l’altro. Così invitai una collega a lasciar correre liberi i propri pensieri, a recarsi in un posto della sua fantasia nel quale sentirsi a proprio agio e fare tutto ciò che la rendeva felice.
Lei mi rapì nel mondo dei suoi sogni nel quale cavalcava lungo le coste della Normandia, per poi tornare in un accogliente casolare e rilassarsi davanti al fuoco di un camino, in mano un libro di Gioconda Belli.
Pensai che quella autrice dovesse significare molto per lei, dovesse sentir vibrare nel profondo le sue parole per portarla con sé nella propria oasi di pace.
Gioconda Belli e La donna abitata
Fu così che lessi “La donna abitata” e ne fui entusiasta. Seguirono tutti gli altri scritti di Gioconda Belli allora disponibili, ma “La donna abitata” è il romanzo che mi è rimasto maggiormente nel cuore. Non solo per la storia avvincente e magistralmente raccontata, ma probabilmente per l’immagine di grande impatto con la quale si apre il libro. L’immagine di un albero d’arancio piantato nel giardino della casa abitata da Lavinia, la protagonista, casa un tempo appartenuta alla zia.
L’albero non è mai fiorito, fino al giorno in cui la giovane protagonista – di ritorno dall’Europa dove ha concluso i suoi studi di architettura–, prende possesso della casa e si prepara per andare al suo primo giorno di lavoro.
L’odore delle zagare pervade l’aria perché si è realizzato un prodigio: l’anima della indio Ytzà, vissuta secoli prima, ai tempi dell’invasione spagnola, rivive finalmente attraverso l’albero, i suoi fiori e il suo profumo. E lo fa grazie a Lavina che vivrà la sua vita come allora Ytzà. Una vita di ribellione ai modelli maschilisti, agli invasori allora, e oggi a un regime autoritario. Una vita che viene scardinata dalle sue fondamenta e dalla “retta” via a causa dell’amore per un uomo, amore dal quale entrambe le protagoniste si emancipano, diventando a pieno titolo artefici della loro vita.
Gioconda Belli e La donna abitata
Così il vissuto di ciascuna delle due donne diventa storia universale di emancipazione, di lotta per una vita più gusta e libera.
In questo l’albero è la splendida metafora di un intreccio, di un ponte che supera spazio e tempo per rendere sorelle Lavinia e Ytzà e tutte quelle donne che combattono per una vita nella quale sentirsi intere e vere.
Maria Letizia Del Zompo
Foto dal web
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